Vita da baby | 17 ottobre 2024, 08:00

Otite, questa (s)conosciuta

Leviamoci il primo dubbio: l’amato cappellino copriorecchie non previene l’otite, che è di natura batterica o virale. Un problema ricorrente tra i bambini, ma con tante variabili, che i genitori spesso non conoscono se non per gli effetti fastidiosi sul proprio figlio

Otite, questa (s)conosciuta

«Ahia! Mi fa male l’orecchio!»: un’esclamazione temuta dai genitori, soprattutto se, dopo una prima volta, l’otite ritorna, e ritorna, e ritorna ancora. Partiamo con una buona notizia: se curata bene, normalmente quest’infiammazione dell’orecchio non è recidiva. L’otite media, curata con l’antibiotico giusto, nel dosaggio e periodo corretti, guarisce infatti senza conseguenze. Quindi, quando accade che si ripresenti, spesso i genitori brancolano, senza darsi spiegazioni. I tipi di otiti sono tanti (otite esterna, otite media acuta, otite media acuta ricorrente e otite media con essudato) e diverse le reazioni del bambino (pianto inconsolabile, forte mal d’orecchie, nausea, fuoriuscita di siero senza alcun dolore…). L’unica certezza è questa: alla minima avvisaglia, meglio consultare un pediatra o addirittura lo specialista, perché esamini il timpano e constati l’entità dell’infiammazione e/o un’eventuale perforazione (otite perforante) o un sanguinamento (otite emorragica).

Per fare un po’ di chiarezza e ricevere spiegazioni scientifiche, abbiamo interpellato la dottoressa Benedetta Panizzut, otorinolaringoiatra ospedaliera che esercita anche privatamente a Torino. 

Quali sono le cause dell’otite?

«La causa fondamentale è legata a un aumento di volumi, unipertrofia delle adenoidi che crea problemi di respirazione e di occlusione della tuba di Eustachio, un tubicino che collega lorecchio con la via aerea. Nel bambino questo tubicino è orizzontale, mentre nelladulto è quasi verticale; questa variante anatomica fa sì che le infezioni, dalla zona del naso al cavo faringeo, si possano propagare più facilmente attraverso la tuba fino allorecchio. Oltre a una più facile propagazione delle infezioni, le adenoidi creano unostruzione della tuba che determina anche un difetto dell’aerazione dellorecchio medio nel bambino e può portare a un ristagno di secrezione, di conseguenza a uninfezione. I bambini con le adenoidi ingrossate, infatti, oltre allotite hanno spesso un problema di abbassamento delludito a causa dell’accumulo di secrezioni e della non perfetta aerazione dellorecchio». 

 

Ci sono accorgimenti per diminuire l’incidenza del rischio di otite?

«Per evitare lotite nel bambino è fondamentale mantenere disinfiammata la zona del cavo faringeo dove si trovano le adenoidi, attraverso lutilizzo di lavaggi e di spray nasali decongestionanti, idonei anche a rimuovere le secrezioni. Quando il bambino comincia ad avere male allorecchio, arrossato e pulsante, c’è già un processo infettivo in atto e bisognerà valutare, per via sistemica e per via orale, anche il ricorso ad antinfiammatori (come cortisone) e antibiotici. Spesso queste otiti (dette medie), determinate dallocclusione della tuba di Eustachio e dalla ritenzione di secrezione nellorecchio, possono causare la perforazione della membrana timpanica perché le secrezioni e la pressione nellorecchio determinano uno stiramento della membrana stessa fino alla lacerazione, con conseguente otorrea (fuoriuscita di secrezione dall’orecchio). In questo caso sono indicati farmaci auricolari a uso topico come gocce antibatteriche, antibiotiche e cortisoniche». 

 

Da che età può presentarsi l’otite?

«In genere le otiti si presentano a partire dall’anno di vita, difficilmente prima. L’allattamento materno contribuisce a prevenirle: i bambini appena nati hanno un sistema immunitario immaturo, che si forma gradualmente e che si rinforza usufruendo degli anticorpi della mamma tramite il latte materno. In seguito, le prime stazioni linfatiche vengono sollecitate da virus e batteri con cui vengono in contatto adenoidi e tonsille: si va incontro così a ipertrofia, l’aumento dimensionale di queste ultime, che rispondono in maniera non consona». 

 

I genitori quando possono tirare un sospiro di sollievo?

«Verso i 10 anni del bambino, tonsille e adenoidi registrano un processo regressivo che solleva da problemi infettivi e difficoltà di respirazione nasale. Le recidive potrebbero non presentarsi, detergendo il cavo rinofaringeo con farmaci non solo cortisonici ma anche omeopatici o fitoterapici. Se questo non succede, sarà necessario un intervento per rimuovere tonsille e adenoidi».

 

Fino a che punto serve essere prudenti, tenere i bambini coperti, a casa, rinunciando magari allo sport o ad altri passatempi?

«Consiglio sempre di riprendere le attività non appena il bambino guarisce, perché è utile per lui stare con i coetanei e avere altre esperienze al di fuori delle mura domestiche. Certo, il contatto tra bambini in ambienti non controllati può esporli a possibili infezioni, ma ripeto: l’importante è provvedere alla corretta pulizia delle prime vie aeree e prevedere una terapia di supporto che aiuti a rinforzare il sistema immunitario con immunostimolanti consigliati dal pediatra».

Poi, come per magia, arriverà il giorno in cui le otiti non saranno altro che uno sgradevole ricordo. 

Gloria Cardano

In Breve

martedì 05 novembre
lunedì 28 ottobre
venerdì 11 ottobre
giovedì 10 ottobre
sabato 28 settembre
giovedì 05 settembre
lunedì 08 luglio
sabato 15 giugno
martedì 12 dicembre
mercoledì 06 dicembre