Tutti a tavola | 11 novembre 2024, 00:00

I tagli sicuri durante il divezzamento

«Mastica bene», «mangia lentamente», «un pezzo alla volta»… Diciamo la verità: i primi approcci del bambino ai cibi solidi generano ansia e insicurezza nei genitori. In realtà, possono diventare un bel momento di condivisione, con qualche accorgimento…

I tagli sicuri durante il divezzamento

Tagliare il cibo ai nostri figli e offrirglielo nel modo più sicuro possibile per evitare il rischio di soffocamento. Non esistono tagli sicuri al 100%, per questo è importante stare accanto al bambino durante il pasto e assicurarsi che mangi bene e con calma. 6 mesi è l’età approssimava per iniziare il divezzamento: il lattante non sa masticare né deglutire alimenti diversi da una pappa di consistenza omogenea; i tagli sicuri sono fondamentali non solo durante le prime settimane di approccio ai cibi solidi, ma fino ai 4 anni del bambino. I tempi di ognuno per assumere cibi solidi sono diversi: c’è chi è pronto a 6 mesi, chi lo è dopo. Non esiste un timing adatto per tutti, le variabili sono individuali, come le specifiche esigenze nutrizionali, lo sviluppo neurofisiologico e anatomo-funzionale, la crescita staturo-ponderale, il rapporto mamma-bambino e il contesto socioculturale. Occorreranno alcune valutazioni per aiutare il genitore a non insistere se il bambino non è pronto: deve essere in grado di stare seduto da solo o con un minimo appoggio, la testa deve essere allineata al tronco e i movimenti devono essere coordinati, in modo che il cibo venga afferrato e portato alla bocca naturalmente, senza forzature. È utile avviare un rituale della tavola apparecchiata, a ogni pasto: il bambino non deve essere distratto da altro quando mangia; seduto sul suo seggiolone, senza giocare o guardare dispositivi, mentre la mamma o il papà sono al suo fianco per infondergli sicurezza, controllarlo e abituarlo a un’educazione alimentare, esempio per la vita adulta. Il pranzo e la cena sono momenti di convivialità, tutta la famiglia dovrebbe partecipare in tranquillità e col piacere di assaggiare pietanze che per il bambino rappresentano un’assoluta novità. 

Oggi l’attenzione a queste tematiche è alta, a partire dalla sicurezza a tavola. A questo proposito, sono numerosi i corsi di disostruzione pediatrica disponibili che permettono di apprendere le manovre salvavita (organizzati dalla Croce Rossa Italiana, dai pediatri e dai centri per l’infanzia). Durante gli incontri, viene mostrato come riconoscere un caso di soffocamento o un episodio in cui il cibo va di traverso. Distinguere questi due avvenimenti è fondamentale:

  • soffocamento – il bambino non tossisce, non piange, non respira, non emette rumori e il viso o le labbra potrebbero diventare blu. Le manovre per la distruzione pediatrica devono essere eseguite tempestivamente perché le vie aeree sono ostruite; 
  • cibo di traverso – il bambino emette suoni, tossisce, può avere dei piccoli conati di vomito e il viso diventa rosso. Basterà rassicurare il piccolo, senza intervenire, ma rimanendo al suo fianco. Dopo poco riprenderà a mangiare normalmente.

Può capitare che il bambino abbia una specie di conato di vomito durante i primi assaggi: si chiama “riflesso faringeo”, è spontaneo, fisiologico e succede durante la deglutizione se il cibo non è stato masticato bene. Gli adulti si spaventano, ma è bene evitare di prendere in braccio il bambino e di scuoterlo, l’evento è un modo per sviluppare un’adeguata abilità nella masticazione. Diverso è se questa manifestazione perdura: in questo caso, conoscere le manovre è importante. 

Oltre all’attenzione crescente su questi fronti, si parla tanto di tagli sicuri da quando molti genitori scelgono l’autosvezzamento, che non è meno sicuro dello svezzamento tradizionale ma, prevedendo più indipendenza del bambino con i primi piatti solidi, ha incentivato l’informazione sul tema. Rispettando le reali competenze di ogni specifico bambino, in realtà il rischio diminuisce e lui imparerà fin da subito a masticare (con le gengive!). La consistenza dei cibi deve essere morbida e deve poter diventare poltiglia, come capita ad esempio con la banana, mentre il finocchio crudo (che è anche filamentoso) si potrà sgranocchiare verso i 18 mesi, in presenza dei denti. Sono da evitare i cibi piccoli con forme tonde, come acini d’uva, pomodorini e nocciole, i tagli a rondelle di würstel, carote, banane, gli alimenti collosi come la polenta, i formaggi cremosi e i cibi gommosi come polpi e gamberetti. I tagli migliori sono quelli a strisce sottili, a spicchi o gli sminuzzamenti. Per l’autosvezzamento sono sicuri gli alimenti morbidi che il bambino può afferrare, come il broccolo, i fusilli o gli spaghetti. Le prime volte gli alimenti si potranno schiacciare in maniera grossolana, per poi tagliarli a pezzettini: il cibo, per il bambino, è un momento di esplorazione tra sapori, profumi e colori, da toccare nel piatto e mangiare con le mani. I giusti accorgimenti aiuteranno all’approccio autonomo e all’autoregolazione. È un percorso coinvolgente per bambino e genitori, perché li vede entrambi curiosi e responsabili esploratori di un nuovo mondo.

Gloria Cardano